Fotografi Famosi

Gregory Crewdson: l’incanto onirico del suo stile fotografico

Oggi parleremo di Gregory Crewdson, uno dei fotografi più innovativi e creativi (nonché iconici) del panorama artistico americano contemporaneo, famoso per le sue immagini dal taglio cinematografico che raffigurano la provincia americana e le aree sub-urbane, ma che allo stesso tempo sono dense di pathos e drammaticità.

Artista dallo scatto riconoscibile e unico, le scene che ritrae sono spesso surreali e oniriche, con un lietmotiv che spesso tende un filo di inquietudine, ma sempre elaborate e sceneggiate con attenzione maniacale ai dettagli e alla luce. La luce e le sue ampie declinazioni e inclinazioni: uno degli elementi di volta della sua identità artistica.

Gregory Crewdson: il fotografo che ha rivoluzionato la fotografia

Gregory Crewdson, nato a Brooklyn, New York nel 1962.

  • E’ un giovanissimo bambino di 10 anni quando resta impressionato dalla mostra retrospettiva di Diane Arbus al Museum of Modern Art di New York.
  • Dopo aver suonato in una band chiamata “The Speedies” all’età di sedici anni, studia  fotografia con Jan Groover e Laurie Simmons alla State University of New York-Purchase College, laureandosi nel 1985.
  • Successivamente ha ottenuto un MFA in fotografia presso la Yale University nel 1988.

Il suo progetto di tesi è il primo approccio a quello che in futuro sarà la sua firma, è infatti basato su ritratti fotografici dei residenti della zona intorno a Lee, Massachusetts, dove la sua famiglia aveva una cabina. Il suo approccio tra ritratto e ambiente urbano è iniziato.

Il comune, il quotidiano, assume sotto l’obiettivo di Crewdson una visione personale, suggestionata, surreale.

Natural Wonder (1992-1997)

Sempre a Lee, in Massachusets Crewdson lavora alla serie Natural Wonder, in qualche modo proseguendo e consolidando il suo stile: uccelli, insetti e parti mutilate del corpo sono ritratti in ambientazione tanto surreali quanto domestiche.

Hover (1995-1997)

Restiamo ancora a Lee, strade, giardi, cortili di periferia. Crewdson sperimenta, abbandona i primi piani, mette da parte la vivacità dei colori e si dirige verso un essenziale bianco e nero. 

Cambia anche il taglio: una vista dall’alto: ora è spettatore distaccato di una quotidianità strana, distopica, fatta di scene surreali.

Abbiamo un uomo che copre una strada con il prato, un orso che fruga tra i rifiuti sotto gli occhi dei residenti incuriositi.

Stile fotografico: ambientazioni teatrali, luci artificiali e dettagli minuziosi

Il lavoro di Gregory Crewdson è caratterizzato da un’estetica unica, che combina l’atmosfera teatrale con la precisione fotografica. Le sue fotografie sono spesso realizzate in location elaborate e dettagliate, che richiedono lunghi preparativi e l’utilizzo di un’ampia squadra di assistenti.

L’uso di luci artificiali e l’attenzione per ogni minimo dettaglio creano un’atmosfera surreale e inquietante che distingue il lavoro di Crewdson dagli altri fotografi contemporanei.

Le sue fotografie sembrano provenire da un sogno (o da un incubo in alcuni casi), e suscitano emozioni profonde e intense agli occhi dell’osservatore.

Per ottenere il massimo effetto, Crewdson si avvale di crew esperti in produzione cinematografica e illuminazione, utilizzando attrezzature e tecniche cinematografiche per creare immagini dal forte impatto visivo.

Il suo stile è stato influenzato da molti film e artisti, tra cui Vertigo, The Night of the Hunter, Close Encounters of the Third Kind, Blue Velvet, Edward Hopper e Diane Arbus.

Crewdson ha combinato la sua formazione fotografica formale con la sua passione per l’eterea prospettiva della vita e della morte, creando una miscela sorprendente di colori vivaci e dettagli morbosi all’interno di un ambiente suburbano tradizionale.

Le sue immagini, spesso caratterizzate da una malinconia intenzionale e inattesa, raccontano storie misteriose e surreali, con una particolare attenzione alla vita suburbana americana.

 

LE FOTO DI CREWDSON EMOZIONANO O DISTURBANO?

Voglio guardare bene con voi le fotografie di Crewdson e dirvi esattamente perché lo trovo così geniale. Banalmente geniale, per usare un ossimoro che credo calzi a pennello. 

Le location sono domestiche, accurate è vero, ma pur sempre realistiche, spesso quasi comuni: un incrocio, una via, una finestra, un normalissimo salotto americano, un giardino…niente di apparentemente eccezionale. Anzi. Quasi banale. 

Veniamo ai soggetti: cittadini, comunissimi residenti americani della classe media. Non abbiamo persone differenti da quelle che potremmo trovare andando a bussare in un qualsiasi quartiere residenziale di periferia.

Ma, fateci caso, c’è sempre quel “qualcosa” che spesso non è palesemente evidente tuttavia …sappiamo che c’è. Il mix tra il taglio, le luci, i soggetti e la loro relazione con l’ambiente circostante.

Che cosa crea questa affascinante e allo stesso tempo respingente reazione nell’osservatore? 

Perché siamo sia attratti che disturbati da molte delle sue fotografie?

Crewdson è un eccellente narratore del sentimento taciuto. I suoi soggetti sono palesemente fisicamente presenti, ma allo stesso tempo assenti. Distaccati dal contesto che li circonda, per quanto strano, surreale o banalmente familiare, i soggetti sembrano essere emotivamente indifferenti.

Chi assume quindi questo ruolo, questa presenza nella scena? Noi. Che siamo coinvolti in una scenografia accurata e iper-realista seppur nella sua assurdità talvolta. Ma tutto è così perfetto, e reale, così cinematografico che sembra di entrare nella scena e prendere l’unico posto vacante che c’è: quello del soggetto.  Un posto talvolta scomodo perchè la realtà urbana americana che ci mostra Crewdson spesso è indifferente a sè stessa e i soggetti convivono nella stessa realtà ma non in modo emotivo, non come una vera comunità. Il senso di solitudine, di inquietudine, disagio e di alienazione è palpabile. Disturbante, emozionante.

Le tematiche ricorrenti nelle fotografie di Crewdson

Le fotografie di Gregory Crewdson affrontano spesso temi complessi e universali, come l‘alienazione, l’isolamento e il disagio. Le sue opere sono spesso ambientate in piccole città americane, dove il senso di comunità e di appartenenza è messo in discussione. La solitudine dei personaggi ritratti nelle sue fotografie, rappresenta una condizione umana comune che Crewdson esplora attraverso una narrazione visiva complessa e coinvolgente. Attraverso l’uso di location suggestive, la luce e la composizione, Crewdson riesce a trasmettere un senso di inquietudine e di malinconia che affascina e commuove il pubblico.

Per questo le sue opere sono diventate icone della fotografia contemporanea e rappresentano il talento e l’estro creativo di Gregory Crewdson.

La tecnica unica di Crewdson: set complessi e assistenti

Gregory Crewdson utilizza una tecnica fotografica unica e complessa, che richiede una grande squadra di assistenti e la realizzazione di set elaborati e dettagliati. Ogni scena viene preparata con precisione millimetrica, con l’obiettivo di creare un’atmosfera teatrale e surreale. La scelta dei dettagli, l’illuminazione e la posizione dei personaggi sono tutti aspetti fondamentali della creazione di un’immagine di Crewdson. Questa attenzione ai dettagli richiede molto tempo e una grande squadra di assistenti specializzati, che si occupano della costruzione dei set, dell’illuminazione e del trucco dei personaggi. Grazie a questa tecnica, Crewdson riesce a creare fotografie che sembrano veri e propri film, suscitando emozioni profonde e intense nei suoi spettatori.
Inoltre, Crewdson utilizza spesso una fotocamera di grande formato, che gli consente di catturare ogni dettaglio dell’immagine con una profondità di campo sorprendente. Questo gli permette di ottenere fotografie di alta qualità, che mantengono un elevato livello di dettaglio e di nitidezza anche quando ingrandite. 

L’utilizzo di una squadra di assistenti e la realizzazione di set complessi possono sembrare un lusso costoso e inutile. Tuttavia, per Crewdson, questa tecnica è fondamentale per creare fotografie che siano al contempo realistiche e surreali. La realizzazione di un’immagine richiede mesi di preparazione, durante i quali ogni dettaglio viene attentamente studiato e pianificato. Il risultato finale è un’immagine che sembra essere estratta da un sogno, ma che è in realtà frutto di un lavoro di squadra e di un’attenzione maniacale ai dettagli.


L’ispirazione di Crewdson: da David Lynch all’arte contemporanea

 Uno dei suoi maggiori ispiratori è il regista David Lynch. Infatti, le opere di Crewdson sembrano essere tratte da un film di Lynch: la luce, l’atmosfera surreale e i personaggi strani e solitari sembrano essere usciti direttamente dalle pellicole del regista americano.

Inoltre, Crewdson ha dichiarato di essere stato influenzato anche dall’arte contemporanea. L’artista americano Edward Hopper è stato una delle sue maggiori fonti di ispirazione. Come Hopper, Crewdson cerca di catturare l’essenza dell’America contemporanea, con il suo senso di isolamento e la sua atmosfera surreale.

Altri artisti che hanno influenzato il lavoro di Crewdson includono fotografi come William Eggleston e Stephen Shore. Questi fotografi hanno documentato l’America degli anni ’70 e ’80, catturando le piccole città e le strade del paese.

In definitiva, l’ispirazione di Crewdson è vasta e variegata. Tuttavia, ciò che unisce tutte queste influenze è la sua capacità di creare immagini che catturano l’essenza dell’America contemporanea, con la sua solitudine, la sua bellezza e il suo senso di alienazione.

I capolavori di Crewdson: “Beneath the Roses” e “Twilight”

Beneath the Roses” e “Twilight” sono senza dubbio due delle collezioni fotografiche più famose di Gregory Crewdson.

Beneath the Roses

Realizzata tra il 2003 e il 2005, presenta un insieme di fotografie che sembrano rappresentare scene di film drammatici, raccontando una storia senza una trama definita, lasciando allo spettatore la libertà di interpretare ciò che vede.. Le immagini sono caratterizzate da ambientazioni suburbane, spesso notturne, in cui la luce artificiale gioca un ruolo fondamentale. Le figure umane presenti nelle fotografie sembrano essere in preda ad una forte emozione, ma allo stesso tempo rimanere distanti e inaccessibili.

Le città anonime, le radure forestali e le ampie strade desolate rivelano misteri e meraviglie inaspettate, mentre gli interni apparentemente banali diventano il palcoscenico di strani scenari umani. In una foto, una donna sola e incinta si trova in una strada bagnata poco prima dell’alba, un piccolo punto fermo in un mondo di traiettorie. In una notte tempestosa in un’altra città anonima, un uomo in giacca e cravatta si trova accanto alla sua auto, con la mano tesa verso la pioggia in apparente stupore mistico. In una lussuosa camera da letto, un uomo e una donna – prototipi di dislocazione della classe media americana – sono visitati da un uccellino, che osserva la donna dal suo posatoio sulla toilette.

Le scene di Crewdson sono tangibilmente atmosferiche, visivamente seducenti e spesso profondamente inquietanti. Non ancorate precisamente nel tempo o nel luogo, queste e le altre narrazioni di Beneath the Roses sono piuttosto situate nel paesaggio distopico dell’immaginario americano ansioso.

Twilight

Realizzata tra il 1998 e il 2002 e presenta una serie di fotografie che raffigurano paesaggi urbani desolati e sospesi in un’atmosfera di incertezza. Le immagini sono spesso caratterizzate dalla presenza di elementi fortemente simbolici, come la luce, l’acqua e la vegetazione, che sembrano suggerire una profonda riflessione sul senso dell’esistenza umanaCrewdson si concentra sui dettagli della vita suburbana americana che catturano momenti di solitudine e di inquietudine in cui le persone sembrano essere intrappolate nelle loro abitudini.
La tecnica fotografica utilizzata in questa serie è simile a quella di “Beneath the Roses”, con l’aggiunta di un’attenzione particolare ai dettagli del paesaggio e delle case. Entrambe le opere sono diventate icone della fotografia contemporanea e rappresentano il talento e l’estro creativo di Gregory Crewdson.

Entrambe le serie sono diventate dei veri e propri capolavori della fotografia contemporanea, e hanno contribuito a consolidare la fama di Crewdson come uno dei più grandi fotografi viventi.


L’impatto culturale delle fotografie di Crewdson

Le fotografie di Gregory Crewdson hanno avuto un impatto significativo sulla cultura contemporanea e sull’arte fotografica. La sua tecnica unica ha rivoluzionato la fotografia di paesaggi urbani e suburbani. Crewdson ha creato un nuovo modo di guardare il paesaggio americano, non più come un luogo di libertà e speranza, ma come un territorio inquietante, sospeso tra il sogno e la realtà.

Le sue fotografie hanno attirato l’attenzione di molte persone, non solo nel mondo dell’arte, ma anche nel cinema, nella letteratura e nella moda. Le sue ambientazioni hanno influenzato molti registi e sceneggiatori, come Wes Anderson e Sofia Coppola. Inoltre, le sue fotografie sono state utilizzate come copertine di album musicali, come “The Hazards of Love” dei Decemberists.

Le opere di Crewdson hanno anche suscitato un forte dibattito sul ruolo della fotografia nel mondo contemporaneo. Molti critici hanno sostenuto che la sua tecnica e la sua estetica cinematografica hanno allontanato la fotografia dall’essenza stessa del medium, ossia la registrazione della realtà. Tuttavia, altri hanno sostenuto che la sua fotografia rappresenta un’evoluzione del medium, in grado di creare un nuovo linguaggio visivo e di esprimere emozioni e stati d’animo.

In conclusione, l’impatto culturale delle fotografie di Crewdson è stato notevole e ha contribuito a definire un nuovo modo di vedere e interpretare il paesaggio americano, influenzando non solo il mondo dell’arte fotografica, ma anche altri campi creativi.

Sanctuary (2009)

E’ una serie di quarantuno fotografie in bianco e nero di Gregory Crewdson, il suo primo lavoro realizzato fuori dagli Stati Uniti, in cui l’artista si concentra sui set cinematografici abbandonati presso gli studi leggendari di Cinecittà, alla periferia di Roma. Crewdson ha fotografato le ambientazioni vuote, senza la presenza umana, evidenziando l’atmosfera di malinconia che permea ogni angolo. In questo lavoro, l’artista ha messo in primo piano l’architettura scenografica come soggetto principale, esponendo le tecniche illusorie utilizzate per costruire le sue scene e azioni in lavori precedenti. La serie contiene caratteristiche di un documentario sulle vite nascoste dei film e dei loro manufatti che rimangono dopo la fine della produzione. In alcune immagini, la struttura sottostante delle facciate e delle impalcature dei set in rovina viene esposta; in altre, gli edifici d’epoca sono incorniciati da strade lastricate e terreni ora invasi da erbacce. Statue in rovina, graffiti sulle pareti, pozzanghere d’acqua piovana e altri detriti enfatizzano ulteriormente l’assenza di vita che queste immagini trasmettono, esaltata dalla luce dell’alba e del tramonto. L’intera serie è stata realizzata con una tecnica fotografica digitale minimalista e con una successiva elaborazione minima. 

Cathedral of the Pine (2013-14)

E’ stata creata durante tre produzioni nei dintorni della città rurale di Becket, nel Massachusetts. In immagini che richiamano dipinti americani ed europei del XIX secolo, Gregory Crewdson fotografa figure nei boschi circostanti, incluso il sentiero effettivo da cui la serie prende il nome. Scene interne cariche di narrative ambigue esplorano le tensioni tra arte, vita, connessione e separazione, intimità ed isolamento. La serie comprende trentuno stampe pigmentate digitali, ognuna delle quali misura 45 x 58 pollici incorniciate.
In Donna al lavandino, una donna si ferma dalla sua routine domestica, persa nei suoi pensieri. In Pickup Truck, Crewdson ritrae una coppia nuda nel cassone di un camion in un denso bosco – la donna seduta, l’uomo voltato verso l’altro in riposo.
Crewdson situa i suoi sconsolati soggetti in ambienti familiari, ma le loro azioni criptiche – fermi nella neve o nudi su una riva del fiume – suggeriscono sfide invisibili. Esattamente quali siano queste sfide e quale destino attenda questi anonimi personaggi, è lasciato all’immaginazione dello spettatore. Per oltre vent’anni, Crewdson ha utilizzato le strade e gli interni delle città americane come ambientazioni per le incarnazioni fotografiche dell’inquietante.
In Cathedral of the Pines, i persistenti leitmotiv psicologici di Crewdson si evolvono in drammi figurativi intimi.

Conclusioni e consigli per approfondire la conoscenza di Gregory Crewdson

Le fotografie di Gregory Crewdson hanno avuto un impatto significativo sulla cultura contemporanea e sull’arte fotografica. La sua tecnica unica, con l’utilizzo di set complessi e luci artificiali, ha rivoluzionato la fotografia di paesaggi urbani e suburbani. Crewdson ha creato un nuovo modo di guardare il paesaggio americano, non più come un luogo di libertà e speranza, ma come un territorio inquietante, sospeso tra il sogno e la realtà.

Le sue fotografie hanno attirato l’attenzione di molte persone, non solo nel mondo dell’arte, ma anche nel cinema, nella letteratura e nella moda. Le ambientazioni teatrali e l’uso di luci artificiali hanno influenzato molti registi e sceneggiatori, come Wes Anderson e Sofia Coppola. Inoltre, le sue fotografie sono state utilizzate come copertine di album musicali, come “The Hazards of Love” dei Decemberists.

Le opere di Crewdson hanno anche suscitato un forte dibattito sul ruolo della fotografia nel mondo contemporaneo. Molti critici hanno sostenuto che la sua tecnica e la sua estetica cinematografica hanno allontanato la fotografia dall’essenza stessa del medium, ossia la registrazione della realtà. Tuttavia, altri hanno sostenuto che la sua fotografia rappresenta un’evoluzione del medium, in grado di creare un nuovo linguaggio visivo e di esprimere emozioni e stati d’animo.

In conclusione, l’impatto culturale delle fotografie di Crewdson è stato notevole e ha contribuito a definire un nuovo modo di vedere e interpretare il paesaggio americano, influenzando non solo il mondo dell’arte fotografica, ma anche altri campi creativi.

Gregory Crewdson - Documentary

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Gregory Crewdson - Documentario
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In sintesi, Gregory Crewdson è un fotografo di fama internazionale che ha saputo evolversi nel tempo e innovarsi costantemente, portando la sua arte fotografica ad un livello di spettacolarità e complessità mai visti prima. La sua immensa creatività gli ha permesso di ottenere importanti riconoscimenti e di essere esposto in importanti musei in tutto il mondo, consolidando così la sua posizione di artista di punta nel panorama contemporaneo della fotografia.

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